- non si deve aver esercitato attività d'impresa/lavoro autonomo negli ultimi 3 anni (chiarimenti nelle Circolari 1/2001 par. 1.9 e 59/2001 par.2);
- l'attività che si andrà ad esercitare non deve costituire, in alcun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, anche occasionale (chiarimenti nelle Circolari 8/2001 par. 1 e 59/2001 par. 2);
- nel caso di prosecuzione di un'attività d'impresa svolta in precedenza da altro soggetto, l'ammontare dei relativi ricavi (non ragguagliato ad anno) realizzati nel periodo d'imposta precedente quello d'inizio della nuova impresa non deve essere superiore ad € 30.987,41 per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi ovvero ad € 61.947,83 per le imprese aventi ad oggetto altre attività.
Una volta soddisfatte queste condizioni ed aderito al regime semplificato bisogna sottostare ad alcune regole anche nel corso del triennio, pena decadenza immediata o dal periodo d'imposta successivo dalle agevolazioni previste dalla norma. In particolare:
- l'imprenditore/lavoratore autonomo deve realizzare un ammontare di ricavi (non ragguagliato ad anno) non superiore ad € 30.987,41 per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi ovvero ad € 61.947,83 per le imprese aventi ad oggetto altre attività;
- l'imprenditore/lavoratore autonomo deve regolarmente adempiere gli obblighi previdenziali, assicurativi ed amministrativi.
Gli aspetti positivi di questo regime, oltre al fatto di essere assoggettati ad un'imposta del 10%, sono l'esonero dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili rilevanti ai fini delle imposte dirette, dell'IRAP e dell'IVA nonchè l'esonero dalle liquidazioni e dai versamenti periodici rilevanti ai fini dell'IVA (esisterà, quindi, solo il versamento annuale).
Di contro questo regime non consente (nel caso abbiate solo reddito d'impresa/lavoro autonomo) di dedursi o detrarsi dal reddito tutte le spese che sostenete durante il periodo d'imposta. Tradotto in italiano comprensibile significa che tutti i contributi che andrete a versare, piuttosto che le spese mediche, universitarie, ecc., non li potrete utilizzarle nella vostra dichiarazione dei redditi in abbattimento all'imposta che dovete all'Erario.
E' consigliabile, quindi, fare qualche calcolo di convenienza prima di optare per tale regime.
25 commenti:
se io scelgo il regime agevolato posso essere dopo assunto come dipendente? se si
poi mi verrà calcolata sulla nuova attivita il 10%, e su reddito dipendente la normale irpef ?
Grazie
Caro Mimmo,
per poterti dare una risposta corretta la tua domanda andrebbe un pò chiarita. Intendi assunto come dipendente in luogo dell'attività imprenditoriale/autonoma o le due cose andrebbero avanti in modo parallelo?
Comunque il paragrafo 1.6 del Provvedimento Ag.Entrate 14/03/2001 ( http://dt.finanze.it/doctrib/PDF/Documento.pdf?Request=0&DocumentID=18715019620010314AEN0000010000101++&Info=1,0,0 )dice che "Qualora il contribuente possieda altri redditi oltre a quelli
assoggettati al regime fiscale agevolato i versamenti dell'imposta sul
reddito delle persone fisiche sono effettuati nei modi e nei termini
ordinari".
Quindi è come dici tu, il reddito d'impresa sarebbe tassato al 10% mentre il reddito da lavoro dipendente sarebbe tassato secondo le regole ordinarie.
SI... INTENDEVO DIRE ASSUNTO COME DIPENDENTE DA UN' ALTRA PARTE ...
GRAZIE E COMPLIMENTI PER
AVER REALIZZATO UN BLOG MOLTO UTILE ...
SCUSAMI SE TI DISTURBO ...
ULTIMO DUBBIO ... IL DISCORSO DEL PARAMETRO ECONOMICO (30.000E CIRCA PER IL LAVORO AUTONOMO) NON VA ACCUMULATO A QUELLO DI DIPENDENTE?
FACCIO UN ESEMPIO COSI' MI SPIEGO MEGLIO:
NUOVA ATTIVITA' AUTONOMO: REDDITO 29.000E AL 10%, LAVORO DIPENDENTE: 5.000E ...
CI RIENTRO PERCHE' DEVO CONSIDERARE SOLO QUELLO DELLA NUOVA ATTIVTA' O CI DEVO SOMMARE ANCHE QUELLO DI LAVORO DIPENDETE ?
Il limite vale solo per il reddito prodotto come imprenditore/lavoratore autonomo, non devi sommare anche gli altri.
ciao...
vale ancora questo regime alla luce delle novità forfettone senza iva e con sostitutiva al 20%???
Si, è ancora valido
Ciao, io vorrei aprire P.IVA con regime nuove iniziative e ho avuto da vari consulenti informazioni discordanti.
Vorrei sapere se:
- si può detrarre tutto come nel regime ordinario per i tre anni (spese mediche, polizza vita, moglie e figli a carico, adozioni a distanza, ecc.) e se no, cosa si può detrarre...
- se nei tre anni si è soggetti agli studi di settore o meno
- se è meglio aprire C/C solo per attività diverso da quello famigliare
Complimenti per il blog
Grazie e ciao Gianmarco
Caro Gianmarco,
1. le Circolari 8/2001 e 59/2001 hanno chiarito che le detrazioni d'imposta non sono scomputabili dall'imposta sostitutiva del 10%, quindi, a meno che tu non abbia altri redditi, non puoi detrarti niente di quello che hai indicato tra parentesi. Le uniche cose che puoi dedurti sono i costi inerenti la tua attività.
2. Sei soggetto a studi di settore il secondo e il terzo anno, poichè il primo periodo d'imposta non è mai soggetto a studi di settore, a prescindere dal regime che adotti.
3. Si, consiglio sempre il doppio c/c. Magari hai qualche commissione in più ma in caso di visita della GdF corri molti meno rischi.
Grazie per i complimenti.
Ma conviene più questo regime delle nuove iniziative o il nuovo regime per i minimi?
Se pago l'inps in quale dei due regimi posso dedurmi i contributi?
Grazie e complimenti per il blog
Caro Roberto,
la convenienza va valutata in base alla situazione personale...può anche essere che non convenga nessuno dei due (ad esempio se hai un mutuo!).
Diciamo che il regime delle nuove iniziative ha come punto di forza un'aliquota veramente bassa (10%) mentre il regime introdotto con l'ultima finanziaria ha come punto di forza il fatto di escluderti dagli studi di settore.
Entrambi, però, hanno grossissime pecche.
Per quanto attiene i contributi INPS te li puoi dedurre solo nel nuovo regime dei minimi introdotto con la finanziaria 2008.
Ciao e grazie per i complimenti
grazie per le utili informazioni e per la gentelizza.
Ma mi sembra strano che, al difuori del regime dei minimi, i conributi previdenziali non siamo, deducibili.
Ecco un'articolo che ho trovato sul web:
Con Risoluzione 18 maggio 2006, n. 69, l'Agenzia delle Entrate si è espressa in merito alla deducibilità dei contributi previdenziali che i ragionieri devono versare alla propria Cassa.
Rispondendo ad un interpello, l'Amministrazione Finanziaria ha, in particolare, riconosciuto la deducibilità del contributo integrativo minimo che i ragionieri devono versare nei casi in cui il volume di affari sia nullo o di importo ridotto. Come sottolineato dalle Entrate, tale costo, infatti, non può essere recuperato dai clienti, e grava completamente sul ragioniere. Ciò giustifica il riconoscimento delle sua deducibilità dal reddito complessivo.
La risoluzione che mi citi ha a che vedere con contributi integrativi e soggettivi delle specifiche casse di previdenza di alcuni professionisti, quindi un altro argomento.
Per quanto riguarda i contributi pagati nello svolgimento di un'attività nel regime delle nuove iniziative imprenditoriali, a meno che tu non produca anche altri tipi di reddito (es.: lavoro dipendente, socio in qualche società, ecc.), non li puoi dedurre perchè il reddito assogettato ad imposta sostitutiva non concorre a formare il tuo reddito complessivo (v. Circolare Ministeriale 18 giugno 2001 n. 59/E).
Ciao, mi trovo nella situazione di dover aprire la PIVA per la prima volta, e di dover scegliere tra Regime nuove iniziative e Regime dei minimi o meno.
Essendo architetto mi hanno consigliato di iscrivermi all'albo architetti, e quindi a Inarcassa, per poi versare i contributi previdenziali a Inarcassa (anche se non mi è chiaro se devo/mi convenga iscrivermi prima all'albo o prima aprire P.IVA).
Godendo buona salute, le spese mediche sono trascurabili ma ho il mutuo casa al 50% con mia moglie...
grazie
matteo
Caro Matteo,
inizio con il tuo primo dubbio riguardo l'INARCASSA: tra le FAQ del sito si dice
QUALI SONO I REQUISITI NECESSARI PER ISCRIVERSI A INARCASSA?
R. Devono iscriversi ad Inarcassa gli Ingegneri e gli Architetti che possiedono contemporaneamente i seguenti tre requisiti:
Iscrizione all'Ordine professionale;
possesso di partita IVA individuale o di associazione o di società di professionisti;
non assoggettamento ad un'altra forma di previdenza obbligatoria.
D. POSSO SCEGLIERE SE ISCRIVERMI O NO?
R. No, se il professionista è in possesso dei requisiti previsti è tenuto ad iscriversi obbligatoriamente ad Inarcassa ed a presentare apposita comunicazione di iscrivibilità.
Chiarito quanto sopra va capito se hai già svolto l'attività di architetto; potrebbero esserci problemi per il regime delle nuove iniziative per mancanza dei requisiti.
Ad ogni modo non ti dedurresti dal reddito i contributi e non ti detrarresti la quota di interessi del mutuo.
Con il regime dei minimi ti dedurresti dal reddito i contributi e non ti detrarresti la quota di interessi del mutuo.
In entrambi i casi paghi un'aliquota più bassa ma perdi deduzioni o detrazioni.
Nel tuo caso non aderirei a nessuno dei due ma bisognerebbe fare un pò i conti sulla tua situazione concreta.
Ciao
scusa, gentilmente vorrei sapere quanto dovrei versare di inps nell'eventualità optassi per le nuove iniziative. Grazie.
L'opzione per il regime delle nuove iniziative interessa la tua sfera fiscale (IRPEF) e non quella previdenziale (INPS).
I contributi INPS dipendono dalla tua attività: un commerciante, ad esempio, paga il 20,09% del suo reddito con un minimo di € 2.776 annui; un artigiano il 20% del suo reddito con un minimo di € 2.764. Sul sito dell'INPS (menù a sinistra, voce "contributi") puoi trovare questo tipo di informazioni.
Ciao
ciao. siccome ho ricevuto risposte discordanti in merito, rimango ancora nel dubbio se chi si trova nel regime gevolato ex art. 13 è soggetto agli studi di settore oppure ne è esentato per tutti e tre gli anni. Può essere che l'ultima finanziaria abbia disposto qualcosa in merito? Grazie in anticipo.
Escluso il primo esercizio sei soggetto a studi.
ciao, sono una fisioterapista e mi trovo a dover aprire partita iva. vorrei sapere quale regime mi consiglieresti (quello delle nuove iniziative o quello dei minimi?) considerando che io lavoro anche come dipendente part-time in una struttura. soprattutto vorrei capire se la mia può essere considerata una nuova attività (lavoro già da un anno come dipendente, ma la partita iva la aprirei adesso per la prima volta). inoltre mi sembra di aver capito che per le nuove iniziative non è possibile scaricare spese sanitarie etc..mentre per quanto riguarda corsi di aggiornamento,spese telefoniche,strumenti per l'attività?
grazie e complimenti per il blog!
ambra
lavoro con alleanza assicurazioni,dal 1 maggio mi hanno detto di aprire la partita iva +richiesta del forfettino con uil regime agevolato fiscale con codice di ap. attiv. 662204:produttori procacciatori e altri intermediari. come fare? e se mi conviene?
Ciao e scusa il disturbo.
Sono associato in partecipazione in una piccola ditta e mi si presenta la possibilità di coprire le ore libere con un'attività di receptionist (circa 60 ore mensili).
L'attività è subordinata all'apertura di partita Iva, quale regime posso scegliere ?
Grazie per la risposta e davvero complimenti per l'utilissimo blog !
Sergio
sono un infermiere con contratto dipendente liv D2 inquadramento CCNL del lavoratori delle Cooperative sociali
volevo sapere se posso aprire un regime fiscale Agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali.
grazie cordiali saluti shapiro
Ciao, complimenti per l'articolo anche se sono in ritardo di giusto 3 anni :-).
La mia situazione è questa sono dipendente a tempo indeterminato con un reddito presunto annuo di circa 25060 (2° liv. del commercio) e vorrei aprire una mia attività in parallelo con il lavoro dipendente.
L'attività è di creazione di siti internet, ed ho i seguenti dubbi:
1 - se scegliere il regime per i contribuenti minimi o il regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo;
2 - se con questo tipo di attività sono obbligato all'iscrizione in cciaa e/o all'albo artigiani;
Riguardo al secondo punto ho trovato opinioni discordanti, c'è chi dice che è lavoro da professionista e chi dice da artigiano, perché se fossi artigiano allora avrei, correggimi se sbaglio, iscrizione cciaa, iscrizione albo artigiani, apertura posizione Inps ed apertura posizione Inail, mentre se fossi un libero professionista avrei solo la gestione separata Inps, giusto?
Grazie mille
Ciao
Michael
Ciao,molto ma veramente molto chiaro e utile il tuo blog... almeno si capisce qualcosa!!! :D
allora il un professionista vorrebbe assumermi, per farmi fare il praticantato, facendomi fare la partita iva, mi ha detto che i costi iniziali li pagherebbe lui,come anche l'inps e le imposte a fine anno(non so ancora come possa fare)... però sarei a tutti gli effetti un lavoratore dipendente nel senso che sarei a lavorare in ufficio 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana come qualsiasi lavoratore assunto!
So già che così facendo non avrei la tredicesima e che gli dovrò chiedere come ci si organizza x le ferie,malattia,ecc ecc (non vorrei non prendere lo stipendio quando rimango a casa malato,visto che mi ha detto che è una cosa che conviene fare la loro x l'IRAP...)
secondo te conviene farlo o sarebbe meglio essere assunto, magari smenandoci 200-300 euro al mese?!
devo aprire nuova iniziativa imprenditoriale con attività di commercio all'ingrosso infissi.
Il mio dubbio: devo utilizzare la gestione separata inps o iscrivermi come commerciante alla gestione ordinaria?
Grazie....ho trovato questo blog molto utile!!!
Posta un commento